ti sento muoverti
mentre rinneghi
e rinnegarmi
mentre ti muovi
e muovendoti
rinnegare ancora
lo scandire del giorno
che era il mio che era il tuo
scandire del giorno.
amami ancora
di quella fretta estranea
che ci lasciava spossati
al confine del tempo,
senza requie o pensiero
che portasse paura.
cercami sempre
in un angolo cieco,
errore di margine
più profondo del vero,
nelle sviste e le assenze
che ti fanno furore.
le cose
vanno chiamate
con il loro nome.