sarà che fanno paura i bilanci, sarà che alle bilance durante le feste è meglio non avvicinarcisi, sarà che io stessa sono della bilancia, e le bilance a questo servono, no? a bilanciare;
sarà che a natale si è tutti un po’ costretti a fermarsi, anzi no in realtà si corre come matti, anzi no ci si riempie di false partenze, e qualcuno si lamenta dei ritrovi familiari, qualcun altro anzi non li sopporta proprio, e tiene a precisarlo appena può e come può e nelle lingue che conosce, senza pensare quanto siano irreparabili gli addii che non si ha modo di pronunciare;
sarà che quando fa freddo fuori, anche se c’è il sole, si diventa tutti un po’ più pensierosi, e poi però per fortuna ci si stanca subito, di pensare, dico, stanati dall’insensata voglia di fare.
“sai che chi si ferma è perduto, ma si perde tutto chi non si ferma mai”
sarà che il dolore è troppo tutto l’anno, che di malinconia trabocca, sarà che l’anno vecchio spara ultime cartucce tristissime, di gente che va via, si spegne, va lontano, non resta, muore. le persone andranno pure nella stanza accanto, ma siamo noi a rimanere senza;
sarà che già viene la gastrite al pensiero delle tavole imbandite che ci aspettano, e i torroni i bocconotti i torroncini le profonde solitudini mentre si gioca a carte, le frasi fatte i luoghi comuni gli scempi di intelligenze;
sarà la paura di quel tepore che si chiama famiglia, perché sappiamo che farà un po’ più freddo quando di nuovo chiuderemo la porta dietro di noi, dicendo a presto;
sarà tutto questo, anzi proprio per tutto questo, ma noi in fondo che il natale arrivi avremo sempre bisogno, perché che certe cose non cambino mai, in fondo, è una fortuna.
“eppure ci manca sempre qualcosa”