“l’Incontro pone il soggetto amoroso nello sbalordimento di chi si trova a vivere un fatto soprannaturale: l’amore appartiene alla sfera dionisiaca del Caso”
“ciò che si ripercuote dentro di me, è quello che io apprendo col mio corpo: (…) la parola, l’immagine, l’idea hanno l’effetto di un colpo di frusta. il mio corpo interiore si mette a vibrare. (…) l’incitazione apre una crepa, la crepa si allarga e tutto viene, più o meno rapidamente, sconvolto”.
“tale è la ferita d’amore: una piaga radicale, alle “radici” dell’essere, che non riesce a richiudersi, e da cui il soggetto scola via”
“nel languore amoroso qualcosa se ne va, senza fine; è come se il desiderio non fosse nient’altro che questa emorragia”
“il linguaggio è una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l’altro. è come se avessi delle parole a mo’ di dita, o delle dita sulla punta delle mie parole. il mio linguaggio freme di desiderio”.
“eppure, per la prima volta, io ho veramente paura. mi butto sul letto, rimugino e decido: d’ora innanzi, non dovrò più voler prendere niente dall’altro. (…) io dico silenziosamente a chi non è più o a chi non è ancora l’altro: mi trattengo dall’amarti“
(roland barthes, frammenti di un discorso amoroso)