l’altro giorno mi è passato davanti un video su instagram dal quale ho capito che le fonderie ars stavano organizzando, con diversi partner, un piccolo ciclo di due conversazioni sulle biblioteche.
mi è scattato subito il riflesso pavloviano, così ieri pomeriggio ho coraggiosamente sfidato il traffico da pre-giro d’italia (non è vero, semplicemente non l’avevo messo in conto), sono riuscita ad andare al mu.mi di francavilla al mare ad assistere al secondo incontro.
le mie aspettative si figuravano probabilmente qualche sdilinquimento del tipo “oh come mi piace andare in biblioteca”, “oh cosa faremmo senza le biblioteche”, “oh quanto amo il mio bibliotecario”, sbav sbav sbav.
la locandina però era chiara: mi sarebbe bastato soffermarmi sul fatto che il relatore, federico ciofani, era un architetto, per arrivare con le idee giuste.
capita però che uno prenda in mano “il conte di montecristo” credendolo un romanzo d’avventura, e capisca di essere di fronte a qualcosa di molto meglio: un capolavoro sulla vendetta.
l’incontro “biblioteche… e chi se lo aspettava?!” è stato un viaggio evocativo nella storia delle biblioteche prevalentemente dal punto di vista architettonico e sociale.
il lato emotivo è stato interpretato dall’attrice annalica bates, con vari passaggi sulle biblioteche tratti da libri come “il nome della rosa” o “harry potter”.
la più grande biblioteca del mondo è quella del congresso, a washington, fondata nel 1800 e immortalata nel film “tutti gli uomini del presidente”. la prima biblioteca nazionale in europa è nata a parigi: il suo primo impianto è del 1461, i tempi di carlo v, ma è diventata nazionale nel 1789. e che dire delle biblioteche del 1600 e del 1700, costruite in stile barocco e rococò, o di quella fondata a rio de janeiro da immigrati portoghesi nel 1837 in stile neogotico?
abbiamo anche scoperto che una delle biblioteche che ha ispirato il cartone animato “la bella è la bestia” è quella dell’abbazia di sankt florian, nei pressi di litz.
tra le suggestioni che ho colto di più, c’è il fatto che le biblioteche non sono state sempre di libero accesso. è una riflessione su cui inspiegabilmente mi sono soffermata poco, quasi dando per scontato che i problemi della loro esistenza e frequentazione, nel passato, fossero legati al grado di alfabetizzazione.
invece è stato, piuttosto, il contrario: essendo l’alfabetizzazione appannaggio di pochi, di altrettanto pochi era il diritto di esercitarla.
in italia le biblioteche sono state riservate al clero almeno fino al 1600; poi, piano piano, sono state aperte al pubblico biblioteche ecclesiastiche come l’ambrosiana di milano o l’angelica a roma. per vedere nascere la prima biblioteca del regno d’italia espressamente pubblica si dovrà aspettare il 1723, a torino.
la passione per la lettura è quel fenomeno prodigioso per il quale inizi parlando di edifici che proteggono libri (a costo di incatenarli), e ti ritrovi a parlare di libri senza uno straccio di edificio intorno.
come raccontato dall’architetto ciofani, il processo di liberalizzazione – chiamiamolo così – della lettura, continuò attraverso la prima biblioteca popolare del maestro bruno, a prato, nel 1861, e per la biblioteca delle donne dei primi anni del novecento. ma il suo culmine è arrivato con la nascita di MLOL, nel 2009. la medialibraryonline è la prima rete italiana di biblioteche pubbliche, accademiche e scolastiche per il prestito digitale.
sono una sua grande consumatrice, specie da quando, durante il picco della pandemia, è stata una delle mie ancore di salvezza nei lunghi periodi di chiusura delle biblioteche.
quando il libro, la rivista o – dal 2022 – l’audiolibro è presente e disponibile, lo si scarica su un’app apposta e lo si ha in consultazione in media per un paio di settimane. se è presente ma occupato, ci si prenota. iscriversi è facile: in abruzzo basta contattare una di queste biblioteche e farsi registrare.
la cosa più bella di mlol è che ha anche le nuove, nuovissime uscite. questo è stato il motivo principale per cui ho deciso di iscrivermi.
la fila però spesso è lunga. al momento starei aspettando dal 10 aprile “lezioni” di ian mcewan e “v13” di emmanuel carrère.
per carrère ho meno da aspettare, sono giusto 121esima…
ma chi ha letto “il conte di montecristo” impara tante cose.
#parliamodibiblioteche
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