non perdiamoci
di vista
hai detto
-e il tuo sguardo
già
mancava-.
dimmi come sarà
il primo giorno senza me
in inverno, quando il
ghiaccio brucia
gli occhi, e lenti
avanzano i passi.
dimmi se ci sarai
in primavera,
quando nell’aria prendi
rincorsa e ignori
e abbracci.
dimmi se ti amerò ancora
d’estate
nel frinire insonne
delle cicale
con l’ansia
di finire un ciclo.
e se in autunno cadrai
insieme alle foglie
scordarti voglio
togliendomi dal cuore
i falsi anelli
posti a catena.
non c’è dunque nessuno
-nessuno-
che voglia semplicemente
ascoltare?
lasciarmi andare
per non lasciarti andare.
e alla fine accogliere
solo chi
non ha fretta
di chiudermi
in parole che conosce.